Mercoledì 02 agosto: Cayo San Pedro
Alle sei e mezza Robbi e Gigio
vanno a correre. Per me invece il risveglio è lentissimo e con sintomi da
depressione acuta. Attribuisco la colpa al Gigio che, dico, non mi è affatto
simpatico. Non è vero, ma la colpa la devo pur dare a qualcuno… Per fortuna il
malumore passa durante la giornata, soprattutto dopo qualche caffé, tanta acqua
ed un pasto. In compenso, però, scopriamo ben presto che su quest’isola non si
può fare praticamente niente, a meno che non si abbia a disposizione una marea
di dollari. Non si può neanche raggiungere la barriera corallina a nuoto: ci
rimandano indietro perché, se vogliamo arrivarci, dobbiamo andarci in barca…
Alla fine la decisione è presa:
ci si organizza per andar via. Non male, per essere appena arrivati!!! Il Gigio
va verso la sua meta originale, il Nicaragua. Noi invece non si sa: entriamo in
agenzia, chiediamo dove porta il primo volo e lo prenotiamo. Partiremo venerdì
ed andremo in Hounduras, nell’isola di Roatàn.
Ci concediamo la prima (e per
fortuna ultima) cena fuori: sei gamberetti e per contorno olio da frittura
travestito da patatine fritte. Insomma una schifezza, e per di più pagata non
uno ma tutti e due gli occhi della testa.