Lunedì 31 luglio: Flores – Tikal
La notte è calda, ma per fortuna
con l’aria condizionata a disposizione, ce la siamo cavata un po’, nonostante
fossimo in tre in stanza. Alle otto siamo partiti per Tikal. Definirlo stupendo
è poco, così come è impossibile descrivere il caldo!!! Pensavamo di tornare alle
cinque, e invece alle tre abbiamo alzato bandiera bianca e siamo tornati a
Flores.
Però quelle ore, nonostante
tutto, ce le siamo godute: addentrarsi in piena foresta, certo seguendo la
traccia di un sentiero, ma comunque foresta vera con animali in giro e tutto il
resto non è comunque cosa di tutti i giorni. E poi, dopo aver camminato per un
po’ ti chiedi dove sarà mai quello che sei venuto a vedere e, mentre te lo stai
chiedendo volti l’angolo e te lo trovi di fronte!!! Si, proprio così: anche le
foreste hanno gli angoli! Come spiegare altrimenti l’apparizione improvvisa,
senza alcuna avvisaglia di una radura rettangolare con ai lati corti due
piramidi enormi?
L’impatto è molto forte e lascia
senza fiato. Quando mi riprendo mi aggiro un po’ per il prato e comincio la
scalata di una della piramidi. Quando arrivo in cima mi volto e rimango ancora
una volta incantato. Mi appaiono davanti agli occhi fuochi accesi, odo strumenti
antichi che suonano musiche tribali, vedo i sacerdoti del tempio che attendono
le vittime del sacrificio in cima alla piramide ed i predestinati che salgono
con passo lento i gradini che li separano dal martirio. Vedo il coltello del
sacerdote che penetra nel petto della sua vittima, ne estrae il cuore ancora
pulsante e lo esibisce alla folla urlante. Immerso in quest’atmosfera ho
l’impressione che ciò che ho immaginato possa essere vero.
Resto ancora qualche attimo poi
cerco di scendere. E scopro che la discesa, come spesso succede, è ben più
complicata della salita, tanto i gradini sono piccoli e ripidi.
Ci aggiriamo per le rovine come
rapiti da ciò che ci circonda. Ma forse un suo ruolo lo ha anche il caldo-umido
che ci stronca le gambe.
Rientriamo in albergo e
“vegetiamo” fino a sera. Dopo qualche mano di pinnacolo (per i non emiliani, è
un gioco di carte vagamente simile alla scala 40) aspettando l’appuntamento con
la coppia bolognese, Robbi e Claudio, che non sono arrivati, andiamo a cercare
un posto in cui mangiare. Dopo averne scartato un paio, entriamo in un
ristorante dove, guardacaso, troviamo la coppia bolognese. Quando il destino
vuole... Grandi feste e
chiacchiere, e rinnovo dell’appuntamento in Belize a Cay Caulker.
Dacci oggi la nostra pioggia
quotidiana…