Domenica 30 luglio: Città del Guatemala – Flores
Ci siamo alzati alle 5.30 per
prendere l’aereo per Flores. L’idea di andarci in autobus l’abbiamo scartata
subito, considerato il numero ed il tipo di bus che avremmo dovuto prendere, ed
il tempo che ci avremmo messo: per fare 260 chilometri da 2 a 4 giorni, a
seconda delle piogge…
Comunque sia, l’inizio della
mattina è stato triste: ci siamo scambiati gli indirizzi ed abbiamo salutato Tommi
e Lucia, da cui ci separiamo (grave errore: il loro l’ha preso la Robbi, ed
infatti s’è perso!!!). Poi prendiamo il taxi per l’aeroporto nazionale, ed il
tassista ci chiede 5 queztal in più per portarci lì invece che a quello
internazionale. Praticamente la porta di fianco!!! Poi la compagnia aerea ha
preteso 21 queztal perché i bagagli superavano il peso (quale poi non ci è stato
dato di saperlo, visto che non era indicato da nessuna parte!) Insomma, abbiamo
avuto l’impressione di essere nella filiale distaccata di Napoli (i napoletani
non me ne vogliano). Nella “sala d’attesa” (un deposito “attrezzato” con sedie
d’aereo in vera finta pelle dismesse da almeno trent’anni, più o meno come
quelle dell’aeroporto internazionale in cui siamo arrivati una settimana fa e
che vediamo di fronte), abbiamo conosciuto Gigio, un ragazzo di Milano che è qui
da un po’, e con cui abbiamo deciso di dividere la stanza che troveremo (forse)
all’arrivo. Infine arriviamo nell’aeroporto-mercato di Flores, pieno di
ambulanti e cambiavalute di tutti i generi. Il posto è bello: è un’isola in
mezzo al lago, collegata da una sola strada sterrata percorsa dagli autobus e da
qualche rara macchina. L’albergo è proprio in riva al lago, di fronte ad un
barcone adibito anche lui ad albergo. È spartano, come poi tutti gli alberghi di
qui, ma almeno ha l’aria condizionata. E qui abbiamo avuto il primo vero scontro
con le zanzare: un’ora buona per cercare almeno di contenerne il numero nella
stanza, ma comunque ne prendi una e ne spuntano altre da tutte le parti. Il
caldo è a dir poco osceno.
La sera, guarda un po’, piove… Ma almeno questa volta
lo spettacolo è magnifico