Martedì 08 agosto: West end (Roatàn)
Andiamo con i toscani
all’aeroporto. Un casino micidiale. L’hostess della nostra compagnia ci mette
più di un’ora per fare cinque biglietti e pure sbagliati, così dobbiamo
aspettare che li rifaccia. Quando tocca a noi, il costo dei biglietti è
lievitato da 130 a 170 dollari (secondo noi ha fatto la cresta…), sui biglietti
c’è scritto un orario ma lei ci dice che quello vero è un altro (“Tanto è la
stessa cosa”). Insomma non ci capiamo nulla, ma alla fine partorisce i biglietti
e finalmente possiamo andarcene. A French Arbour, che sembra il nostro
capolinea, visto che ancora non siamo riusciti ad andare più in là, a fare
benzina. Torniamo a West End per lasciare i ragazzi, che ci prestano gentilmente
la macchina, ed andiamo a fare un giro, indovina un po’, a French Arbour. Giro
veloce e poi torniamo a riprendere i ragazzi per accompagnarli in aeroporto,
visto che partono. Riprendiamo il “giro” dell’isola e finalmente riusciamo ad
andare oltre il nostro “muro” e proseguire oltre French Arbour. La parte ovest
dell’isole è una gradevolissima sorpresa: ancora più bella, se si può. Si alza
di livello gradualmente, ed offre dei panorami incantevoli, con baie immerse nel
verde. Alla fine della giornata ci rendiamo conto che abbiamo “consumato”
l’unica strada asfaltata di Roatàn.
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