Giovedì 10 agosto: Playa del Carmen
Il tempo non è dei migliori.
Piove. A colazione conosciamo Antonella e Federico, lei di Bologna (o dintorni)
e lui di Teramo. Carini. Facciamo un po' di bucato e, quando finalmente esce il sole ed andiamo in spiaggia a vedere
com’è il mare del Messico.
La cena al “La Bamba” ci riserva
una sorpresa: conosciamo una coppia di Vicenza (lei veramente notevole), e
parlando scopriamo che conoscono Filippo e gli Extasy!! [Nota: Chi è Filippo?
Non importa, il concetto è che dall’altra parte del mondo conosci due che
conoscono uno che conosci… Extasy è il nome del gruppo musicale di cui Filippo
faceva parte]
Dopo cena ci portano nel negozio
di un italiano, Silvio, veramente notevole. Non Silvio, il negozio!!! Ha della
gran bella roba, buon gusto, è simpatico. La differenza con gli altri negozi è
clamorosa, in fatto di scelta, di qualità, di tutto. Ovviamente anche di prezzi,
ma non c’è paragone. Con un moto d’orgoglio tutto italiano, mi rigiro il negozio
come fosse un calzino, e trovo di tutto. Dischi ottimi. Trovo della musica
etnica notevole, ed addirittura dischi di Strunz & Farah (per chi non li
conoscesse, vengono dalla Costarica e dall’Iran, e suonano la chitarra in un
modo spettacolare. E li conoscete già: è la "colonna sonora" di alcune
di queste pagine che avete letto). Naturalmente non mi faccio scappare l’occasione…
Alla fine andiamo a ballare in
un posto (praticamente una terrazza o poco più, ma si affaccia sulla “mitica”
quinta avenida…) dove fanno salsa. Serata galeotta…
Diamo spettacolo, non fosse
altro perché balliamo in modo diverso, con più figure e qualche movimento di
poca sostanza ma
di molta scena. Comunque lì, quinta avenida da una parte e oceano
dall’altra e con un po’ di alcool nelle vene, ci stava benissimo. E infatti… di
colpo diventiamo richiestissimi, tutti vogliono ballare con noi, e noi li
accontentiamo volentieri, compresa la signora autoctona, un po’ sovrappeso, che
inizia a parlarmi in messicano stretto e, forse, anche a stringere un po’… Sono
interdetto e piacevolmente colpito allo stesso tempo. Da una parte non so bene
se essere scambiato per un messicano sia una cosa positiva o meno. Dall’altra
penso che se mi ha scambiato per uno di loro, vuol dire almeno che 1) sono
abbastanza abbronzato e 2) comincio a masticare decentemente lo spagnolo. Poi ci
ripenso, e mi chiedo dov’è che ho visto un messicano altro uno e ottanta, ed in
effetti realizzo che non ce ne sono poi tanti… Decido di soprassedere...
La parte finale della serata è
tutta per tre ragazze spagnole, di Barcellona: Angela, Montse e Paqui. Quando il
destino ci mette del suo.
È incredibile: per la prima
volta da quando siamo partiti facciamo tardi: andiamo a letto alle tre di notte!