Sabato 12 agosto: Playa del Carmen (Cozumel)
Non sto molto bene di stomaco.
Forse il pollo di ieri o le emozioni di una giornata speciale, non so. Alla fine
Robbi e Angela vanno a Cozumel con traghetto delle 9.30, mentre io Montse e
Paqui partiamo due ore dopo. Segno del destino anche questo?
Comunque sia, a Cozumel non ci
troviamo, ed allora noi tre prendiamo un taxi ed andiamo dall’altra parte
dell’isola, lasciando subito la città che sembra trapiantata di del tutto dagli
USA.
Parlando con il tassista, ci
facciamo consigliare e portare in una spiaggetta da favola: è semplicemente
isolata da tutto, c’è solo un bar fra le palme, dove Paqui si rintana a leggere
un libro. Il resto è incontaminato, con una bellezza che incanta. La spiaggia è
quasi ambrata, ed a prima vista sembra sporca. In realtà ha i segni tipici della
spiaggia al naturale: alghe e piccole conchiglie portate dalla risacca e niente
più. Niente bottigliette, niente mozziconi di sigaretta, niente rifiuti di
origine umana. Tutto ciò che vediamo è naturale, coinvolgente, e noi ci lasciamo
coinvolgere. Non abbiamo neanche bisogno di parlare: ci ritroviamo in acqua così
come siamo, stregati da una bellezza che incanta.
Dobbiamo violentarci per andar
via: avremmo voluto non staccarci mai, ma purtroppo non si può. Giusto per farci
soffrire ancora un po’, la Natura ci regala un tramonto da cartolina, che ci
gustiamo tutto sul ponte del traghetto, nonostante l’aria fresca della sera che
sta arrivando. Ma dentro è peggio: l’aria condizionata và talmente forte che
avrebbero freddo anche i pinguini…