Martedì 15 agosto: Playa del Carmen
Mare, sole, spiaggia… Poche ore
di sonno, ma va bene lo stesso: ne è valsa la pena. Mattinata da spiaggia tipica, fino a che, prima
di pranzo, Javier viene a prendere Angela e Montse e me, ed andiamo a prendere
delle conchiglie di “Caracol”. Praticamente lumache d’acqua. Il posto è sulla
spiaggia, in un angolo poco distante, dove di solito si ritrovano i pescatori
del posto. Quando siamo lì, attacchiamo bottone e passiamo un pomeriggio molto
particolare in cui i pescatori, fra loro ma anche con noi (incredibile, ma
probabilmente ha contato il fatto di essere stati presentati a loro da Javier)
si sono abbandonati ai racconti di mare, fra birra e “Ceviche de caracol”, che è
una specie di insalata di mare (questa volta con quella che loro chiamano
“lumaca di mare”, ma può essere un misto di crostacei, pesce, polpo…) con un
trito di cipolla, aglio, prezzemolo e pepe o peperoncino, il tutto marinato in
abbondante succo di limone (meglio se lime) ed olio: superba!
Finita la fiesta, andiamo a fare
la siesta. Nonostante l’orario non proprio adatto, ci sta benissimo. Ce ne
fossero di sieste così…
A cena siamo da Josè. Mentre
aspettiamo, seduti nei tavolini all’aperto, facciamo una partita a chiacchiere,
tanto per cambiare. Poi, senza sapere il perché, mentre parlavo, io che ero di
spalle alla strada mi giro. E rimango folgorato da una visione. In effetti avrei
potuto dire una sola parola, che poi è quella che ho detto: “PAOLA!”
(qualche spiegazione: io e Paola
ci conoscevamo da qualche tempo, ma erano diversi mesi che non avevamo più
contatti. È facile immaginare la sorpresa nel vederci lì, senza aver preso alcun
tipo di accordo, senza neanche sapere cosa avremmo fatto per le ferie,
dall’altra parte del mondo!)
Chiaramente inizia un “giro” di
feste ci diamo appuntamento al “Blue Parrot” per dopocena, visto che lì suonerà
un gruppo cubano.
La Robbi e Josè stasera sono in
vena di chiacchiera: si attaccano una “pezza” proverbiale. Andiamo ad incontrare
Paola ed i suoi amici, ed approfitto per provare a spiegargli che lo spagnolo è
leggermente diverso dall’inglese, e che “Chino’s Restaurant” non è il ristorante
del signor “Chino”, bensì un ben più generico “Ristorante Cinese”, visto che
“chino” è spagnolo e significa, appunto, cinese. È stata dura e non l’ho neanche
convinta!
La fine della serata segue
l'andamento di questi giorni: un po' d'alcool, relax, mare, spiaggia... E le stelle stanno a
guardare...