Venerdì 25 agosto: Città del Messico - Casa
Non sappiamo che festa sia, ma
ci dicono che per questa occasione si prepara un piatto particolare e molto
lungo da fare: i peperoni ripieni. Naturalmente non ci dicono in cosa consiste
il ripieno, ma ci incuriosiamo comunque e decidiamo di provare. Ci troviamo di
fronte ad un peperone ricoperto di panna e semi di melograno. Dentro è un mix di
aromi, carne e verdure, il tutto rigorosamente piccante,,, Capiamo che, in
effetti, è un piatto laborioso sia da fare che da digerire, ma non è che sia poi
questa squisitezza. Sorvoliamo su questo aspetto quando ringraziamo la cuoca e
salutiamo. È sempre un’esperienza…
Pomeriggio a zonzo. Ormai c’è
aria di rientro. Vado da solo nei giardini, ed è carino perché ci sono gli
scoiattoli che ti vengono vicino. Mentre torno verso l’albergo conosco un
messicano, dal tipico aspetto messicano, con cui facciamo due chiacchiere. Mi
chiede da dove vengo, il giro che ho fatto, mi racconta della città, si informa
se sono stato in alcuni posti, andiamo assieme in alcuni negozi.
Ma guarda un po’ come sono
ospitali i messicani della città…
Comincio ad averne abbastanza:
Città del Messico, oltre ad essere in altitudine, è anche parecchi inquinata, ed
io continuo ad affaticarmi anche con poco. Vorrei salutare il gentile messicano
ma lui non ne vuol sapere, e non capisco perché. Almeno fino a quando non mi
propone un giro nei giardini dell’università (dove, secondo lui, avremmo potuto
tranquillamente appartarci…). Non faccio in tempo a reagire che mi propone uno
scambio: lui mi porta in giro per la città ed io, come ringraziamento potevo
fargli qualche “favore” (in realtà lui è stato molto più esplicito, ma non mi
sembra il caso di riferire…). Mi si illumina tutto il contorno di gentilezze del
popolo messicano di cui sopra e contemporaneamente tutti i peli del mio corpo si
rizzano, faccio la gobba come i gatti e fuggo a gambe levate. L’ospitalità del
popolo…
Entro in camera con una velocità
da primato, chiudendo la porta a doppia mandata, come se avessi dietro di me un
branco di lupi affamati. La Robbi mi guarda e si mette a ridere: non ha capito
ma la mia faccia deve essere stata molto espressiva. Quello che mi dà da fare è
che non avevo capito assolutamente nulla, almeno finché lui non è uscito allo
scoperto. Sono talmente agitato che non riesco neanche a fare un resoconto
decente…
Posso tornare a casa e dire di
aver fatto conquiste!