Finiamo il nostro tour e
riscendiamo al paese. Riponiamo la nostra fiducia nel cuoco per il pranzo, ed
ordiniamo pizza. Assistiamo esterrefatti alla tecnica di preparazione,
quantomeno bizantina. Ovviamente, dopo il "Tony Zampogna", Christian ribattezza
subito il cuoco in "Tony pizzaiolo".
Peccato che non sappiano tenere
il paese un po' meno turistico. Ed al riparo dai "profittatori". Fra i suonatori
che non sanno suonare (ma tanto non gli serve: basta pagarli) e gente che i
conti se li fa come gli pare (leggasi: prezzo del caffé diverso a seconda se
pagato in soles o in dollari) la sensazione che mi lascia non è delle migliori.
Ma pazienza...
Alla fine, fatto trascorrere il
tempo che ci separa dalla partenza del trenino per il ritorno, finalmente
ripartiamo: ci attendono quattro ora e mezza prima dell'arrivo. Di cui un'ora
solo per l'ultimo pezzo, quello a zig-zag. Però é caratteristico... Si vede
tutta Cuzco illuminata dalla luci. Peccato ci sia una sassaiola dei ragazzini al
passaggio del treno
Ci riuniamo con i ragazzi che
hanno fatto il trek "lungo", e andiamo a cena nel solito posto (ormai siamo "di
famiglia"): le cose che ci si racconta sono tante e sorprendenti... Poi in
qualche modo ci trasciniamo a letto, stanchi in una maniera indescrivibile.
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