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Filippine 2009-04-01
 

DIARIO DI VIAGGIO: Filippine

20 marzo - 4 aprile 2009

Puerto Princesa - Manila - Banaue

Alle 9 lasciamo l’albergo per raggiungere l’aeroporto che dista solo poche centinaia di metri. Francisco, per questo scopo, ci ha messo a disposizione gratuitamente due automezzi. Per volare a Manila siamo sistemati su due differenti voli che però decollano entrambi quasi in contemporanea. Quando atterriamo la consegna dei bagagli è quasi immediata. All’esterno dell’aerostazione troviamo Jesus col quale mi ero sentito telefonicamente dall’Italia e in seguito altre due volte da Palawan. Carichiamo i bagagli sui tre automezzi a nostra disposizione e partiamo immediatamente per Banaue. Il traffico della capitale filippina è a dir poco allucinante. Per km e km un serpente di auto si muove strisciando lentamente. Lungo il percorso ci fermiamo due volte per mangiare. E’ buio quando arriviamo nella provincia di Kalinga, la più incontaminata della Cordillera. Una leggera pioggerella comincia a cadere e questo rallenta la velocità delle nostre autovetture, già diminuita per la stanchezza dei nostri autisti. Finalmente alle 2 della notte arriviamo a Banaue View Inn. La proprietaria è in strada ad attenderci con una torcia elettrica in mano. Andiamo immediatamente a dormire.

Ci muoviamo per l'aeroporto, dove prenderemo il volo per Manila. Una volta arrivati, usciamo e cerchiamo i nostri due pulmini da 15 persone l'uno, da tanto tempo prenotati. E invece, falsa partenza: abbiamo solo due pulmini, uno "classico" come quelli che avevamo fino a ieri, e l'altro da 6 posti, praticamente un'auto... Per giunta nel pulmino grosso ci si cuoce dentro, dal caldo che c'è: l'aria condizionata non riesce a mitigare il calore che viene su dal motore centrale e dal pianale. Praticamente non si possono appoggiare i piedi. Alla faccia della coibentazione... Facciamo notare la cosa, e ci viene dato un terzo mezzo. Distribuiamo valige e zaini, nonché noi stessi, e finalmente riusciamo a trovare un equilibrio soddisfacente. Almeno riusciamo a stare un minimo larghi.

Finalmente partiamo. Oddio, partire è una parola grossa, visto che solo per uscire da Manila ci vogliono più di due ore. Che traffico... Concordiamo tutti nel pensare che Napoli nell'ora di punta, a confronto, è una rilassante passeggiata domenicale...

Le ore passano lentamente, ci muoviamo nel traffico con la velocità di un bradipo. I chilometri non scorrono. Stiamo capendo come mai per fare meno di 400 chilometri ci vogliono circa dodici ore... Verso la fine il traffico si dirada: ormai siamo sulla cordillera e cominciamo a salire un po' di quota. In compenso è sempre più tardi. Verso l'una e mezza arriviamo al paese, ma gli autisti non trovano la strada per andare all'albergo. In qualche modo, alla fine ci riusciamo, e alle due di notte passate, stabiliamo il record olimpico nella specialità "Assegnazione delle camere". Pochi istanti, e siamo già tutti a letto.

Oddio, letto... si fa per dire. Le solite 4 assi e uno strato di gommapiuma. Umido. Eh già, perché piove. E le finestre della camera non si chiudono del tutto. Anzi, una proprio rimane semplicemente aperta. E al buio. Perché non c'è la corrente, bensì una singola candela accesa. Rinunciamo anche all'idea della doccia: non ci sta proprio. Tanto siamo tutti nella stessa situazione. Ci si penserà poi domattina. Buonanotte. Click. No, che click? mica c'è la corrente!!! Un soffio per spegnere la fiamma della candela però ci vuole...

 

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