Venerdì 28 luglio: Panajachel – Città del Guatemala
Levataccia mattutina: sveglia
alle 5.30 per il trasferimento a Città del Guatemala. Il ragazzino dell’albergo,
alla fine, non ci ridà i 36 queztal della notte pagata in più… Il viaggio (noi
quattro più due tedesche e l’autista di 17 anni) sembra andar bene, fino a che
non foriamo una gomma. Poco male, pensiamo. Senonché: 1) la gomma di scorta era
a terra anche lei, anche se un po’ meno dell’altra 2) il cambio gomme ha
riservato qualche sorpresa, fra il cric che non andava, freni a mano non tirati
e terreno che cedeva… Insomma, un mezzo disastro. Comunque sia, arriviamo a
Città del Guatemala dove scarichiamo a forza le due tedesche alla loro
ambasciata (già eravamo in ritardo, ci chiudeva l’ambasciata del Messico per
fare il visto e loro volevano che le aspettassimo x chissà quanto e per portarle
poi non si sa neanche dove…). Forse per
una forma di sottile vendetta, però, noi veniamo invece “scaricati” dalla
batteria del pulmino (che ovviamente non tiene il minimo!!!): ad ogni semaforo o
fermata, io e Tommi dovevamo saltar giù e spingere per riavviare il motore…
Andiamo a cambiare il biglietto,
e naturalmente scopriamo che non ci sono posti disponibili per quel volo… Per
farla breve ci tocca di rinviare di un giorno la partenza per Flores. I nostri
sospetti sull'agenzia erano fondati…
Come Dio vuole, raggiungiamo
l’albergo (Spring Hotel: bello, abbastanza comodo). Giusto per cambiare menù,
visto che a mezzogiorno siamo andati da Mc Donalds, decidiamo di andare, con
Tommi e Lucia, al ristorante cinese. In qualche modo, dopo aver fatto un giro
dell’oca, lo troviamo. Comunque sia ordiniamo e, incuranti della faccia un po’
perplessa della cameriera, aspettiamo le nostre pietanze accompagnate, pensiamo
noi, dal classico piattino di riso che abbiamo ordinato assieme al resto.
E invece il detto “paese che
vai, usanza che trovi” ha deciso di farsi valere: arriva la cameriera con una
marea di piatti colmi di tanta roba da mangiare che un plotone di militari
affamati farebbe fatica. In qualche modo riusciamo a farci spiegare, ed alla
fine capiamo che non è come in Italia, dove 1) le porzioni sono
minuscole; 2) ci sono piatti principali e non; 3) il riso serve per
accompagnare. Lì invece, ogni piatto inserito nel menù è un piatto unico, che fa
da antipasto, primo, secondo, contorno e forse anche da dolce, il tutto in dosi
ben più che abbondanti. E quindi noi credevamo di aver ordinato vitello con
peperoni ed un po’ di riso con peperoni, tanto per stare in tema, e invece
avevamo chiesto un piatto unico a base di vitello e peperoni e un altro uguale,
ma con in più il riso. E quindi ci sono arrivati due piatti unici a testa!!!
Ormai i piatti sono lì, e
facciamo del nostro meglio, ma comunque avanza un sacco di roba…
Torniamo in albergo rotolando e,
indovina un po’…? Piove!