Sabato 19 agosto: Puerto
Escondido
Interminabili strade di montagna
che lasciano il posto a strade sterrate, che il più delle volte sono allagate,
per poi tornare a diventare piene di curve. E nei pochi tratti dritti, le
“topas”, ovvero delle cunette artificiali per far rallentare i veicoli. Per
fortuna gli autisti conoscono la strada e rallentano per tempo. Oddio, un paio
gli sono scappate, ed ho tremato pensando alle sospensioni… E poi i posti di
blocco della polizia, armi in pugno e perquisizioni dei bagagli e personali, ma
solo gli uomini. Sono leggermente agitato, non tanto per me che sono un turista
e comunque senza motivo di temere, quanto perché è un attimo ritrovarsi nei
guai, magari perché vicino a me stanno perquisendo quello che ha qualcosa.
Mentre aspetto il mio turno spero che non aprano il bagagli della Robbi, con il
machete dentro…
Anche stavolta arriviamo a
destinazione, ma non troviamo ciò che ci aspettiamo. Puerto escondido è un
paesetto immerso nel verde, questo sì bellissimo, ma è tutto lì. Complice forse
il fatto che è appena passato un ciclone o qualcosa del genere, ci appare tutto
scialbo. Anche la spiaggia ed il mare non sono granché. Sono talmente deluso che
non faccio neanche una foto…
Alla fine ce la faccio anch’io a
stare poco bene: classico mal di pancia. Ma forse è solo stanchezza. Ormai siamo
in giro da un bel po’.