Domenica 20 agosto: Puerto
Escondido
- Oaxaca
Decidiamo di andar via, e
vorremmo andare ad Acapulco e poi raggiungere Città del Messico passando da
Taxco e Cuernavaca. Invece non è il caso, perché le piogge hanno ingrossato i
fiumi ed un ponte sulla strada per Acapulco è crollato, per cui dovremmo
cambiare pullman in piena notte, ma soprattutto attraversare il fiume ingrossato
in barca… Lasciamo perdere e ci dirigiamo verso l’interno.
Arrivati ad Oaxaca capiamo che
ci avviciniamo alla “civiltà”. La città è abbastanza grande e comincia ad
offrire comfort che stavamo cominciando a dimenticare. Ma c’è anche il rovescio
della medaglia: anche i prezzi cambiano di conseguenza, ma comunque sempre nei
limiti. Ed anche quella “confidenza” che i posti piccoli riescono a dare, quel
potersi fermare a chiacchierare con chiunque ed entrare dentro al posto in cui
sei, capire veramente dove sei e con chi stai parlando, cosa fa, cosa pensa,
come vive.
Alla sera, sistematici in
albergo, per la prima volta facciamo un errore da polli: usciamo entrambi
dall’albergo senza prenderci dietro l’indirizzo… Attimi di panico quando ci
rendiamo conto che non ricordiamo il nome e poi neanche dov’era… Venti minuti
infiniti di fibrillazione e febbrile ricerca, fino a quando lo troviamo.
Entriamo con una faccia così espressiva che la signora ci guarda e capisce al
volo. È andata bene…